La ferrovia nel sangue
Per Riccardo Veri treno significa nonni. Entrambi erano ferrovieri, in lui la passione per i binari si è mantenuta ma in scala, realizzando meravigliosi plastici.
“Il modellismo ferroviario può essere inteso come un gioco oppure come il modo in cui inseguire il sogno di riprodurre la realtà in modo fedele ma in piccolo. Per me è il secondo modo”. Parola di Riccardo Veri, presidente del Club Amici Ferromodellisti Chiasso.
Il primo modellino di treno lo ricevette a 14 anni. “Me lo regalò mio padre, era un tipico Märklin con circuito ovale - ricorda Veri -. Ero molto legato al mondo della ferrovia perché entrambi i miei nonni erano ferrovieri, quello paterno faceva il manovratore a Chiasso, quello materno controllava la linea tra Mendrisio e Coldrerio”.
La ferrovia era dunque una tradizione familiare, ma durante gli anni della gioventù la passione per il fermodellismo venne meno e Veri non seguì le orme dei nonni nemmeno dal punto di vista professionale.
“Andai a studiare a Zurigo - ricorda Veri - e andò tutto perso. Poi con la nascita dei miei 2 figli, che mi hanno poi dato 6 nipoti, ho ricominciato a cimentarmi con i modelli ferroviari e sono entrato nel Club AFC di Chiasso”.
In questo modo Veri ha scoperto la sua vera vocazione: la costruzione dei plastici, anche se non disdegna collezionare qualche bel pezzo: “La mia collezione di modelli è minima, solitamente preferisco la scala H0, cioè 1:87, è quella con prezzi più ragionevoli. Preferisco le riproduzioni di locomotori di charme come quelli a vapore o dalla forma inconfondibile, per esempio il Coccodrillo. Quello che però mi appassiona veramente è la costruzione dei plastici”.
Così quando è andato in pensione, Veri si è trasformato in un consulente per chi vuole realizzare il plastico dei propri sogni.
“Ho contribuito a realizzare quello presente nella sede del nostro club, che riproduce un paesaggio svizzero e una stazione simile a quella di Chiasso. Un altro che ricordo con affezione è quello per i nipotini in Canada dell’amico Marco Genoni. Infine, mi inorgoglisce quello che stiamo realizzando alla Galleria Baumgartner di Mendrisio partendo dal plastico della stazione di Rothenburg. È senz’altro unico nel suo genere, perlomeno in Europa”.
Veri però ha ancora un sogno nel cassetto: “Mi piacerebbe realizzare un plastico che riproduca la linea del Gottardo da Airolo a Erstfeld, ma ci vorrebbe un intero capannone per poter ospitare una riproduzione fedele”.
Prima di congedarci da Veri, gli chiediamo un consiglio ai giovani che volessero avvicinarsi al fermodellismo: “I prezzi sono alti e c’è sempre più elettronica e informatica, perciò occorre partire dalle cose semplici, guardare cosa fanno gli altri, anche frequentando un club. È questo il modo migliore per imparare passo dopo passo a trasformare in realtà i propri progetti. Inoltre - conclude con un pizzico di ironia -, se avete la passione, come me, anche di sfrecciare in auto e in moto, in questo modo eviterete di prendere multe”.