Il dolce sapore della precisione

lug 18, 2024
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Stefano Franzi è un apprezzato pasticciere, ma la sua passione sono i treni. Il suo luogo del cuore è all'uscita di un tunnel ferroviario. Sapete dove?

“Quando avevo 17 anni, subito dopo aver ricevuto la mia prima paga, salii sul motorino e andai a Chiasso a comprare il mio primo modello H0 della Märklin. Era un esemplare in scala della locomotiva delle FFS Ae 6/6. Fu una gioia immensa”. Stefano Franzi, tra i soci del Club Amici Ferromodellisti Chiasso, ricorda ancora vividamente quel giorno e quel modello. Non era il suo primo “trenino” ma era il primo scelto e sudato.

Franzi spiega che per motivi di lavoro dei suoi genitori ha trascorso gran parte della prima infanzia a casa dei nonni: “Ci viveva anche mio zio che aveva un trenino elettrico e io rimanevo lì a vederlo manovrare. Ovviamente come tutte le cose che non potevi toccare, assumeva un valore particolare. Poi crescendo mio padre me ne ha comprati, ma il primo vero modello che sentii mio fu quello che potei comprarmi con i miei soldi”.

Da allora Franzi ha collezionato sempre modelli svizzeri: “Vengo dall’Italia, ma mio zio mi portava sempre a Mendrisio a vedere i treni; perciò, quelli delle FFS sono i miei locomotori preferiti”.

Dai tempi dei circuiti analogici a quelli della programmazione digitale. Franzi rimpiange l’affidabilità dei vecchi modelli (“erano indistruttibili”) ma è affascinato “dalle mille cose in più che puoi fare ora”. Soprattutto se hai a disposizione un magazzino. “Per via del mio lavoro (Franzi è titolare di una rinomata pasticceria, ndr), avevo a disposizione un piccolo magazzino, lo misi a posto, cambiai i serramenti e decisi di utilizzarlo per creare un circuito di modellismo ferroviario. Sono arrivato a realizzare il 99,9% del tracciato, tutto in digitale, poi però ho deciso di rifare tutto per dedicarmi a un progetto più complesso”.

Un progetto che ha uno stretto legame con i ricordi di quando era un giovane papà. “Quando finivo di lavorare in estate, prendevo mio figlio che aveva pochi anni e andavamo a Faido. Ci posizionavamo davanti alla bocca della galleria elicoidale. Ci portavamo dietro tavolo e sedie, carte da gioco e dei panini e aspettavamo il passaggio dei treni”.

Ora quel pezzo di Valle Leventina con la galleria elicoidale sarà riprodotto in miniatura in un plastico di 13 metri di lunghezza. “È un progetto impegnativo e sono arrivato a un terzo della posa dei binari, completarlo è il mio grande sogno nel cassetto”.

Anche perché Franzi non nasconde di essere un iper-preciso: “Nella tua testa hai una visione di come vorresti che fosse, poi però ti scontri con i limiti delle possibilità tecniche e sei costretto a mediare, io però non sono molto per la mediazione. Se una cosa non viene come voglio, piuttosto la rifaccio. Perché so che in questo modo la gratificazione sarà maggiore dello sforzo”.

Ai giovani che volessero avvicinarsi al fermodellismo consiglia di andare a trovare lui e i suoi soci al Club AFC di Chiasso. “Occorre partire dal capire le cose semplici per poi passare al complesso”. Con suo figlio ci è riuscito a trasmettere la passione? “Sì, anche lui mi aiuta. Sin da piccolo è cresciuto sapendo che non stava maneggiando un giocattolo”. E probabilmente ha anche appreso il dolce sapore della ricerca della massima precisione.